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02 maggio 2023

Vitamina D: perché è importante e come favorirne l'assorbimento

Le vitamine giocano un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del nostro organismo.

In particolare, negli ultimi anni, la vitamina D ha suscitato un notevole interesse. Perché è importante? La vitamina D agisce come un ormone che regola vari organi e sistemi. Ha, infatti, un’azione modulante nei confronti della risposta infiammatoria e garantisce la normale funzione del sistema immunitario.

Livelli di vitamina D bassa sono associati a diversi tipi di malattie, come diabete, infarto, Alzheimer, asma e così via.

In parte la vitamina D proviene dall’alimentazione. Essendo una vitamina liposolubile, i cibi in cui se ne trova di più sono i pesci grassi (come salmone, sgombro, olio di fegato di merluzzo, ecc..), il tuorlo d’uovo e il fegato e anche l’esposizione solare è in grado di promuovere la produzione di questa vitamina.

Esistono notevoli prove scientifiche che la vitamina D ha un effetto benefico sulle difese immunitarie: La vitamina D è nota per stimolare la funzione dei globuli bianchi, compresi i linfociti T helper e i macrofagi. Queste cellule circolano nel sangue, e in presenza di agenti estranei o persino di cellule infettate, sono in grado di riconoscere le sostanze estranee ed attaccarle in modo efficace, rendendole innocue per alcuna cellula e facendo in modo che vengano espulse tramite i vasi linfatici.

La vitamina D in generale esercita un’azione di tipo inibitoria sul sistema immunitarioadattativo, determinando effetti regolatori diretti sulle funzioni dei linfociti B e T.

Questa vitamina ha quindi la capacità di modulare l’attività del sistema immunitario:

  • Supportandola, qualora l’organismo è impegnato nella lotta contro le infezioni;
  • Rallentandola, in caso di eccessiva stimolazione immunitaria dovuta a malattie autoimmuni o malattie infiammatorie croniche.

Ma com’è possibile favoirne l’assorbimento?

Quando si è carenti di vitamina D, si consiglia spesso di utilizzare cibi particolarmente grassi e di origine animale, come l'olio di fegato di merluzzo.

È interessante specificare che le fonti animali di vitamina D – prodotti caseari, pesci e derivati in genere – possono essere sfruttate esclusivamente se l'animale ha vissuto al sole: le reali fonti animali di vitamina D in commercio sono, quindi, davvero pochissime, poiché provenienti soprattutto da allevamenti intensivi. Negli allevamenti, di rimando, gli animali vengono sottoposti a trattamenti di integrazione di complessi vitaminici in sintesi, ormoni e antibiotici: quindi, se integriamo la vitamina D dall'animale, probabilmente lo stiamo facendo dall'integratore assunto dall'animale stesso.

Oltre quindi a consigliare al bisogno una scelta di integrazione diretta e non tramite gli integratori assunti tramite animali che hanno subito integrazione della stessa (ci sono ottimi integratori di vitamina D3 derivata dalle piante, come i licheni selvatici, ma bisogna ad ogni modo fare attenzione a non assumerne in abuso, poiché una dose costantemente troppo alta di vitamina D integrata in sintesi può portare a depositi di calcio nelle pareti dei vasi sanguigni, reni e in altri organi, causando ipercalcemia o livelli troppo alti di calcio nel sangue), la differenza la fa l'esposizione al sole (dalla quale non si rischia di assorbirne “troppa” poiché il corpo regola la sua produzione con la melanina) e la qualità di alimentazione che ne facilita la produzione.

Un'alimentazione ricca di sali minerali e vitamine – quindi, ad alto valore nutritivo – favorisce un miglior assorbimento della vitamina D: questi micronutrienti, infatti, funzionano da agenti antiossidanti sull'esposizione al sole, il quale stimola i radicali liberi contenuti nella pelle.

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