Il mal d’orecchi colpisce indistintamente adulti e bambini, emergendo con un’intensità variabile. Ogni disturbo fa storia a sé visto che il dolore è soggettivo; quasi sempre però si tratta di un fastidio molto invasivo. Il mal d’orecchi, noto anche come otalgia, può essere primario, quando il dolore si irradia dall’interno dell’organo, o secondario quando è causato da un fattore esterno. Il dolore può essere sordo, acuto, intermittente o pulsante.

Classificazione delle otalgie

Premesso che se non si riesce ad individuare la causa specifica del mal di orecchi, ci troviamo di fronte ad un’otalgia idiopatica, passiamo ora ad analizzare meglio l’otalgia primaria e l’otalgia secondaria.

L’otalgia primaria può essere scatenata da fattori meccanici quali tappi di cerume, traumi all’orecchio, corpi estranei o residui di detergenti nella cavità, ostruzione delle trombe di Eustachio, ecc.; da infezioni o infiammazione come micosi, herpes, otite, candidosi, ecc.

L’otalgia secondaria viene scatenata da fattori esterni come disturbi dentali di diverso tipo, faringite e tonsillite, bronchite, nevralgia del trigemino, tumore alla laringe o alla cavità orale.

In base alla causa, il medico prescrive la cura adeguata

In caso di mal d’orecchi è opportuno rivolgersi ad un otorino che, dopo una visita approfondita, ed eventualmente esami mirati, sarà in grado di stabilire una cura precisa. Se l’origine del mal d’orecchi è batteriologica, solitamente vengono prescritti antibiotici mentre per alleviare i sintomi influenzali legati alla malattia sono utili paracetamolo o ibuprofene (mai da somministrare agli under 16).

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