La spossatezza, soprattutto se reiterata nel tempo, può essere indicativa della carenza di alcuni nutrienti indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo e dunque per il nostro benessere. La carenza di ferro rientra senza dubbio tra gli stati che possono generare un costante senso di stanchezza.

Ricordiamo infatti che il ferro è un minerale essenziale per la formazione della molecola dell’emoglobina, la quale trasporta ossigeno nel sangue. L’anemia è dunque correlata ad una non adeguata quantità di ferro nel sangue: bisogna dunque necessariamente rinforzare la presenza di questo minerale tramite alimentazione e con integratori. Questo vale soprattutto per le donne, che perdono sangue abbondantemente ogni mese per il ciclo mestruale.

I fattori che determinano la carenza di ferro

La carenza di ferro nel sangue si lega a diversi fattori, come abbondanti perdite ematiche (ad esempio a seguito di incidenti), diete marcatamente ipocaloriche, malnutrizione, una ridotta capacità di assorbimento del ferro per alterazioni della mucosa gastro-intestinale, disordini metabolici, gravidanza, ciclo mestruale e allattamento. Tutto ciò si accompagna con spossatezza, pallore, fiato corto, mal di testa, irritabilità, maggiore predisposizione nel contrarre malattie respiratorie e altri disturbi.

Tutto inizia da una adeguata alimentazione

Per risalire alla carenza di ferro occorre sottoporsi alle più tradizionali analisi del sangue. Se viene confermata, si procede poi con una terapia mirata che spesso contempla l’uso di integratori specifici. In ogni caso, un valido aiuto può arrivare dall’alimentazione dalla quale non devono assolutamente mancare legumi, verdure, carni magre, pesce, uova, pasta e pane. Bisogna ricordare inoltre che gli agrumi e la carne rossa favoriscono l’assorbimento di ferro.

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